“Sfruttando i nostri rifiuti elettronici invece di quelli del pianeta, noi europei abbiamo una grande opportunità per costruire le nostre catene di approvvigionamento circolari, ridurre l’esposizione alle crisi globali e garantire le basi del nostro futuro”, ha dichiarato lunedì in un comunicato il direttore generale del Forum sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), Pascal Leroy.
Ricchezza nascosta: come le montagne di фrifiuti elettronici possono fornire materie prime all’Europa
Gli autori dello studio, realizzato con finanziamenti comunitari e pubblicato in occasione della Giornata internazionale dei rifiuti elettronici, sottolineano che l’UE e i paesi del suo bacino economico, come il Regno Unito o la Norvegia, dispongono di una “miniera urbana” di rifiuti elettronici, che potrebbe inoltre “praticamente raddoppiare” entro il 2050.
“Il riciclaggio e le riparazioni riducono la domanda e i rifiuti di materie prime critiche, isolano l’UE dai rischi di sicurezza dell’approvvigionamento, creano posti di lavoro e promuovono l’agenda climatica”, riassumono, incoraggiando quindi l’Europa a “recuperare più di questi materiali essenziali migliorando la raccolta, la progettazione e il riciclaggio delle apparecchiature elettriche ed elettroniche di scarto”.
Nel 2022, l’UE e i suoi partner hanno generato 10,7 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, pari a circa 20 chili pro capite, con 29 materie prime critiche presenti in tale flusso.
Solo il 54% di questi rifiuti è stato trattato in conformità con la normativa europea, consentendo il recupero di circa 400.000 tonnellate di materiali preziosi, tra cui 162.000 tonnellate di rame, 207.000 di alluminio, 12.000 di silicio, 1.000 di tungsteno e 2 tonnellate di palladio, uno dei metalli più costosi al mondo.
Il resto – circa 5 milioni di tonnellate – è andato perso mescolato a rottami, discariche, incenerito o esportato, mentre anche all’interno dei sistemi regolamentati si perdono ogni anno circa 100.000 tonnellate di materiali critici, soprattutto terre rare presenti nei magneti e nelle polveri fluorescenti.
Entro il 2050, il volume totale dei rifiuti elettronici potrebbe raggiungere tra i 12,5 e i 19 milioni di tonnellate all’anno, con tra 1,2 e 1,9 milioni di tonnellate di materie critiche integrate, secondo lo studio.
Nello scenario migliore, basato sull’economia circolare e sulla progettazione intelligente, l’Europa potrebbe mantenere stabile la produzione di rifiuti e recuperare oltre un milione di tonnellate di questi materiali all’anno, rafforzando la propria autonomia strategica.
Riciclaggio minimo
“L’Europa ricicla solo l’1% delle sue materie prime critiche. Abbiamo bisogno di un vero cambiamento di mentalità per trasformare questa montagna di rifiuti in una nuova fonte di ricchezza”, ha affermato in un comunicato la commissaria europea per l’Ambiente, la resilienza idrica e l’economia circolare competitiva, Jessika Roswall.
Gli autori sottolineano che questa “miniera urbana” rappresenta un’opportunità economica e geopolitica, poiché consente di ridurre la dipendenza dai paesi terzi, mitigare gli impatti ambientali e creare migliaia di posti di lavoro verdi nella raccolta, riparazione e riciclaggio ad alta tecnologia.